lunedì 10 agosto 2015

Il culto mariano

La riflessione teologica – Gli studiosi di teologia individuano le basi evangeliche, patristiche e tradizionali del culto di Maria.
Nei Vangeli Maria appare inserita nel misterioso piano di Dio con il concepimento verginale di Gesù, con il suo dialogo di fede con Dio, con la sequela del Figlio fino alla croce, e con la sua condivisione con la Comunità degli apostoli.
La riflessione dei Padri della Chiesa, in epoca antica, individua per Maria le caratterizzazioni principali che fondano la dogmatica cattolica: Theotòkos (Madre di Dio) al Concilio di Efeso del 431; sempre Vergine al Concilio Laterano del 649; culto delle Icone e della venerazione al Concilio di Nicea del 787.
La tradizione rimarca i tratti della devozione mariana che si consolidano nelle varie epoche.
Nel Medioevo della preghiera monastica e dello schema feudale, Maria è Regina, Madre di Misericordia; è Mediatrice della riconciliazione tra Cristo e la Chiesa; ed è Madre dei Miracoli a favore dei peccatori.
Nell’Età Moderna Maria è la Serva del Signore partecipe alla sua redenzione (Concilio di Trento); la devozione mariana diviene molto diffusa e popolare e con il Rosario si incentra sulla comprensione del Mistero di Cristo.
Nell’Età Contemporanea le apparizioni della Madonna a Caterina Labourè (1830) e a Bernadette Soubirous a Lourdes (1858) accompagnano la formulazione del Dogma della Immacolata Concezione (1854) stabilito da Pio IX con tutti i Vescovi del mondo. La grande diffusione del culto mariano culmina nel Dogma dell’Assunzione di Maria stabilito da Pio XII nel 1950.
Oggi la Dottrina Mariana si basa soprattutto sulla Lumen Gentium, costituzione del Concilio Vaticano II, che indica la figura di Maria come Madre del Salvatore inserita nel mistero di Cristo, della Chiesa e della Salvezza. Essa ha trovato anche un grande sostenitore in Giovanni Paolo II, papa mariano, che nel 2003 ha scritto la Lettera Apostolica ROSARIUM VIRGINIS MARIAE.
I teologi contemporanei riconoscono nella persona e nella funzione di Maria “l’icona del mistero” (B. Forte), la “microstoria della salvezza” (S. De Flores), la “chiave del mistero cristiano” (R. Laurentin).

La celebrazione delle apparizioni. Recentemente la celebrazione del 150° delle apparizioni della Vergine, Immacolata Concezione, a Lourdes si è caricata di grandissimi significati, biblici, teologici e devozionali, per i milioni di credenti e di pellegrini. L’8 dicembre 1854 Pio IX definì in questi termini la concezione immacolata di Maria: "la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale, è stata rivelata da Dio e perciò si deve credere fermamente e inviolabilmente da tutti i fedeli". La Chiesa riconosce nell’Immacolata, la realizzazione del progetto di Dio sul nuovo popolo messianico, nella sua espressione più alta che è quella sponsale, di cui è il prototipo. La liturgia dell’8 dicembre, infatti, pone sulle labbra di Maria le parole del Cantico: "Esulto e gioisco nel Signore […] perché mi ha avvolto con il manto della giustizia, come una sposa adorna di gioielli", perché la sua concezione immacolata ha segnato l’inizio della Chiesa, sposa di Cristo, senza macchia e senza ruga, splendente di bellezza.
Le apparizioni di Lourdes e le altre apparizioni della Vergine hanno dato grande importanza alle devozioni mariane. Oggi, con il culto in chiesa, non è raro che si accompagnino le infiorate alle edicole votive, e l'allestimento di altarini domestici dove viene posta una statua itinerante della Vergine.
Per Maria, apparsa alla umanità contemporanea ed in attesa nelle mete del pellegrinaggio, ci si muove sempre e si è sempre impegnati, nella semplicità della preghiera personale e nel fasto della preghiera comunitaria. Il pensiero dei credenti si inoltra nelle favolose considerazioni del suo mistero, corre alle ardite riflessioni teologiche che riguardano gli avvenimenti testimoniati e creduti e la fede stessa: il Rosario e il Dogma. Il Dogma dell’Immacolata Concezione, della creazione nuova, che trova un riverbero nella Vergine apparsa a Lourdes. Il Rosario nella cui recita si ritrova la sintesi delle apparizioni di Fatima e l’aggiunta della stessa preghiera voluta dalla Vergine: "O Gesù perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell'inferno; portate in Cielo tutte le anime, e soccorrete specialmente le più bisognose della vostra misericordia ".
L'avvenimento mariano più importante di questo secolo è stato senza dubbio il Concilio Vaticano II, perché da esso è scaturita una prospettiva mariana che investe il campo dottrinale, liturgico, pastorale e devozionale. Il Concilio ha voluto risituare Maria al punto di partenza e al centro stesso del mistero di salvezza. L'inserimento di Maria nella Costituzione Dogmatica sulla Chiesa (Lumen gentium) può considerarsi un segno del rapporto di esemplarità che intercorre fra Maria e la Chiesa: la Vergine è tipo e compimento della Chiesa.

Inoltre, la Vergine è Madre della Chiesa, giacché è Madre di Cristo e di tutto il Popolo di Dio, sia dei fedeli che dei Pastori. Paolo VI ebbe a cuore il proclamarlo solennemente a conclusione della terza sessione del Concilio, offrendo in tale titolo una sintesi della mariologia del Concilio (cfr. DC, 6.XII.64, col 1544).