sabato 25 giugno 2016

Dell'educazione dei giovani: l'impegno formativo e pastorale della parrocchia

Il tema dell'educazione dei giovani, e della connessa opera degli educatori, è molto caro alla storia e all'azione pastorale odierna della Parrocchia dell'Assunta di Frattamaggiore. Ogni anno trova tra l'altro iniziative e sviluppi con la Festa dell'Educatore che si realizza tra la fine di Gennaio e l'inizio di febbraio in onore di Don Bosco ed in concomitanza della sua festa liturgica. Quest'anno la Festa è stata caratterizzata da momenti significativi che hanno riguardato il Giubileo degli Oratoriani frattesi ed una serie di incontri svolti con gli studenti nelle istituzioni scolastiche del territorio e con i dirigenti scolastici e le autorità cittadine nel salone parrocchiale.
Il Giubileo degli Oratoriani è stato celebrato il 30 Gennaio 2016 con la Santa Messa presieduta da p. Franco Beneduce s.j., e con una serata di fraternità e di animazione dei numerosi oratoriani con i loro familiari.
La pagina del gruppo parrocchiale su FB, gestita da Onorato Jommelli, ha riportato commenti e foto degli avvenimenti e, come dall'inizio dell'anno liturgico per le altre attività pastorali parrocchiali, anche alcuni spunti di riflessione del Parroco Mons. Angelo Crispino.

Dalla pagina del gruppo recupero di seguito foto e spunti riflessivi per la descrizione di questo post; mentre dal blog personale 'Doctrina et Humanitas' recupero un mio contributo storico e agiografico predisposto per la Festa degli Educatori del 2013, utilizzandolo in funzione introduttiva.  

Doctrina et Humanitas - Dell’educazione dei giovani: Festa degli educatori in onore di don Bosco

1. Il Santo. San Giovanni Bosco (Castelnuovo d’Asti 16 agosto 1815 – Torino 31 gennaio 1888) nel centenario della sua morte fu dichiarato “Padre e Maestro della gioventù” da Giovanni Paolo II, il quale invitò tutti i figli spirituali del santo ad invocarlo con questo titolo.
La grande notorietà di Giovanni Bosco, sacerdote ed educatore, è un fatto indubitabile nella vita cattolica contemporanea, grazie alla Congregazione dei Salesiani da lui fondata che è tra le più diffuse del mondo contemporaneo, e grazie alla sua santa opera pastorale svolta nel campo della comunicazione sociale e dell’educazione dei giovani.
La sua è una scuola di santità vissuta e di carità impegnata che congiunge l’opera educativa del suo maestro spirituale, san Giuseppe Cafasso, e quella dei suoi discepoli Salesiani, a partire dal modello del giovane san Domenico Savio, suo primo figlio spirituale. “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri doveri”: sono le parole del giovane Domenico che vive e comunica la proposta spirituale ed educativa del suo maestro.
Sono moltissimi i giovani che si ritrovano alla scuola di Don Bosco nella Torino dell’ottocento interessata dai fenomeni migratori delle popolazioni rurali. Si tratta di una scuola che faticosamente e miracolosamente risponde alle problematiche sociali e diviene luogo di superamento della emarginazione urbana e della devianza giovanile; essa si propone come esperienza di formazione civile e professionale, applicando una pedagogia esemplare (il metodo preventivo), e prendendosi cura con la catechesi e con la preghiera della spiritualità giovanile (l’oratorio).
I tanti Collegi istituiti dai Salesiani, in Italia ed in ogni parte del mondo, mantengono intatti i principi di don Bosco che risultano sempre moderni ed attuali. Oltre ai Salesiani e alla Pia Unione dei Cooperatori Salesiani da lui fondati, all’opera e all’insegnamento di Don Bosco fanno capo anche le Figlie di Maria Ausiliatrice istituite da santa Maria Mazzarello.
L’opera educativa di Don Bosco, originata da motivazioni vocazionali e religiose, ha vissuto proficui contatti profetici ed ispiratavi con l’educazione laica ed istituzionale, ed ha avuto una vasta eco nel campo degli studi e delle scienze dell’educazione che considerano esemplare il suo modello pedagogico.
2. Ispirazioni. Il giovanile modello pastorale dell’opera educativa di don Bosco, rivolto ai giovani e inventato nella ottocentesca Torino dell’industrialismo e della inurbazione delle masse rurali, ha anche ispirato molte altre esperienze più recenti di sacerdoti e di operatori pastorali operanti nelle
comunità che hanno vissuto l’esperienza della emarginazione sociale e della trasformazione urbana. Ciò è avvenuto in genere in ogni luogo ove si è andata affermando l’esigenza di interventi educativi innovativi, sviluppati secondo i dettami della moderna pedagogia, rispondenti alle problematiche etiche e religiose connesse alla transizione sociale.
Un caso noto ed emblematico in Italia è quello della pedagogia di don Lorenzo Milani, alle prese con l’educazione dei giovani dell'isolata comunità di Barbiana. L’importanza e l’influenza dell’opera di don Milani e dei suoi giovani (Lettera ad una professoressa) nel dibattito sulle istituzioni educative contemporanee sono anch’esse note.
Una esemplare esperienza educativa "alla don Bosco" è rinvenibile anche sul piano della storia locale frattese. Si tratta dell’esperienza giovanile di don Angelo Crispino (ordinato il 28 Giugno del 1964) che alla sua opera educativa, rivolta a migliaia di giovani e svolta nel nuovo quartiere popolare di Casaluce, diede proprio il nome di “Oratorio don Bosco", recuperando del santo torinese l’intierezza della proposta, sia pedagogica e sia spirituale. Dal 1964 al 1984, periodo della sua cappellania presso la chiesa del quartiere curata dalle Serve di Maria, don Angelo (oggi mons. Angelo e dirigente scolastico) ha svolto una guida sicura ed illuminante in un tempo di transizione dall’antico al moderno e in un tempo di crisi dell’identità storica e generazionale. La sua azione, ispirata dall’esempio di don Bosco, ha inaugurato a livello locale lo stile della pastorale giovanile post-conciliare. Leggiamo in una opera di storia locale:
Per le attività casalucensi animate da don Angelo valgono due testimonianze; quella dello storico insigne di Frattamaggiore, Sosio Capasso, che dalla prospettiva sociale le considera capaci di trasformare l'intero rione in un centro di fede, di cultura e di impegno sociale; e quella di Nicola Capasso, vescovo di Acerra e gloria frattese, il quale dalla prospettiva pastorale saluta l’Oratorio come cosa “memorabile nella storia della nostra città” e descrive gli effetti positivi della catechesi giovanile.” (P. Saviano F. Pezzella, La Madonna di Casaluce…, Tip. Cirillo, Frattamaggiore 1998).
La Parrocchia di Maria SS. Assunta di Frattamaggiore, ove è parroco don Angelo, continua sul piano locale a dare vita all’ispirazione e al modello di Don Bosco, santo che celebra con solennità religiosa e con iniziative significative (Festa degli educatori).

Le riflessioni di Mons. Angelo Crispino su FB: a commento della Festa degli Educatori
del 2016
SABATO 30 Gennaio 2016

Carissimi,si è esaurita anche questa settimana e ci prepariamo a concludere anche questo primo mese del nuovo anno!La giornata che si apre la gusto in maniera ancora più gioiosa! Mi direte : perché ? C’è un evento che da sempre porto nel mio DNA : è il ritorno della tradizionale ricorrenza liturgica di Don Bosco,maestro ed educatore! E’ il mio caro protettore e il modello a cui ho guardato dalla mia fanciullezza e a cui mi sono ispirato nel mio ministero sacerdotale e pastorale!Nella vita di ciascuno si manifesta sempre qualche occasione,una circostanza,un periodo, un momento di follia che segna il corso della vita e resta indelebile nella propria storia personale!Con una analisi retrospettiva accurata e serena potremmo comunque ciascuno di noi individuare l’episodio simbolo l’esperienza topica che ha dato una svolta alla nostra esistenza,quel là che ci ha orientati facendoci comprendere la nostra vocazione e la missione del futuro! Benediciamo il Signore,luce e guida della nostra vita! E’ la manifestazione del suo progetto e della sua volontà! Che gioia poter condividere il frutto dell’esperienza educativa e formativa realizzata dal 1964 ad oggi negli oratori intitolati a Don Bosco! Per la storia locale inizialmente è stato fondato nel territorio frattese delle “filatoie” ,nel cuore delle palazzine Ina Casa,nei pressi della chiesa di Casaluce delle Suore Compassioniste e rifondato successivamente nel 1984 a seguito del mio trasferimento e della mia nomina a parroco nella nuova realtà periferica della città nella parrocchia dell’Assunta ! Feconda e indimenticabile esperienza che, nel raduno di tutti gli oratoriani vecchi e nuovi di stasera ci permette di vivificare e condividere nella preghiera e nella fraternità personale e familiare la ricchezza di benefici ,di sentimenti e di valori che hanno accompagnato la vita di tante famiglie dei rioni e costituiscono il patrimonio formativo di centinaia e centinaia di ragazzi, giovani e genitori di ieri e di oggi che per la circostanza si ritrovano con le loro famiglie e i figli per ricordare,gioire e fraternizzare!E’ storia viva che viene da lontano e conserva tutta la sua freschezza e attualità! Grazie al Signore e al “pazzo” Don Bosco,innamorato dei ragazzi e dei giovani e spinto solo dal desiderio di condividere con loro le difficoltà,le sofferenze e le speranze di un futuro migliore e di una vita ,anche se povera ma onesta e morale!Crediamo nei giovani! Dialoghiamo con i giovani! Comprendiamoli e aiutiamoli perché nessuno si perda!Con Don Bosco vogliamo pregare per i giovani e gli educatori chiedendo solo al Signore :”Da mihi animas, coetera tolle” e di aiutarci a conservare la gioia del servizio!


Lunedi 1 febbraio 2016

Carissimi,sereno inizio di settimana!Grande gioia e forte emozione sono nel mio cuore e nel miei occhi! Sono ancora in commossa fibrillazione per gli incontri realizzati sabato sera nel raduno di quei ragazzi e giovani oratoriani di un “ ieri” lontano nel tempo ma che “oggi” con le loro famiglie e figli hanno rivissuto nella preghiera e nella fraternità l’esaltante esperienza vissuta negli Oratori dedicati a Don Bosco! I semi gettati copiosamente,a piene mani,sono diventati piante rigogliose e sane, direi un rigenerante bosco che continua a verdeggiare e a fruttificare nella nostra città e nel territorio dell’hinterland vivendo i valori cristiani assimilati e vissuti e trasmettendoli con grande fierezza e gelosia nelle famiglie che hanno costituito e che guidano con saggezza umana e cristiana!Una testimonianza storica e preziosa che ha permesso di rivivere uno dei momenti esaltanti intorno all’altare con la S. Messa da noi concelebrata e presieduta da P. Franco Beneduce, un oratoriano frattese, vissuto nel quartiere del Don Bosco, una vocazione che nasce lì e matura fino a diventare sacerdote e poi religioso nella Compagnia di Gesù! Oggi è al vertice del Pontificio Seminario Regionale Campano totalmente impegnato nella formazione dei giovani che si preparano al Sacerdozio!Non è forse un dono di Dio? Una grazia che ci garantisce la presenza di Dio in mezzo a noi e la protezione di Don Bosco? Insieme rendiamo grazie a Dio!Toccante è stato anche rivedere all’organo,alla chitarra e nel coro tutta la schiera dei giovani degli anni 80 che hanno rinnovato l’esperienza di animazione liturgica come ai vecchi tempi!Storia di ieri che è maestra di vita alle generazioni presenti e a quelle future perché si possa non seppellire ma far tesoro dell’eredità valoriale sana ed esemplare del passato per costruire la qualità del presente e le speranze future! Dopo la preghiera la famiglia oratoriana si è ritrovata nel centro pastorale”Giovanni Paolo II” per una serata conviviale di fraternità e di condivisione che ha vivificato ricordi ed esperienze che sono state partecipate ai più giovani con grande edificazione da diventare una tonificante trasfusione energetica alle nuove generazioni ! In programma sono previsti altri momenti significativi ma vi daremo notizia nei futuri appuntamenti! Saluto tutti con un fraterno abbraccio e una preghiera a Don Bosco!


Sabato 6 febbraio 2016

Carissimi,grazie a Dio anche oggi vi diciamo: Buongiorno! Si conclude la prima settimana di febbraio! E noi concludiamo pure questa settimana della educazione vissuta sotto lo sguardo del santo educatore Don Bosco!Abbiamo infatti realizzato un percorso di riflessione e di sensibilizzazione sulle tematiche educative e sui protagonisti dell’azione educativa mirando a coinvolgere tutti, sia la comunità ecclesiale sia quella civile nelle sue varie espressioni culturali,professionali e politiche perché ponessero al centro dell’interesse comune la persona dell’educando,l’arte delicata e sublime dell’educazione,la missione degli educatori! La settimana,comunque,l’abbiamo vissuta nella preghiera e nella seria meditazione!Abbiamo voluto riservare una attenzione specifica al campo educativo perché l’educazione è vita mentre la mancanza di educazione è morte,è inciviltà,è rozzezza,è barbarie!Privilegiare questa tematica è stato particolarmente necessario alla luce di ciò che si sperimenta in tutti i luoghi e a tutti i livelli con l’alto grado di spudoratezza e di cinismo con cui si agisce! La cronaca nera di ogni giorno è avvilente e sconvolgente! La diseducazione porta perfino ad atti inconsulti e a delitti efferati! Il pedagogo e maestro per eccellenza è Cristo,figlio di Dio Amore e noi,alla sua scuola,abbiamo da lasciarci da Lui educare per una umanità nuova e piena!Dobbiamo prendere coscienza che non c’è nulla nella nostra azione che non abbia una significativa valenza educativa! Non c’è nessuno che non debba sentire la responsabilità di essere con il suo comportamento e con la sua condotta motivo di buon esempio e di buona educazione e non motivo di diseducazione e di scandalo! A tutti incombe il dovere con la propria presenza e la propria testimonianza di trasformare qualsiasi luogo che sia la famiglia o il posto di lavoro,la scuola o l’associazione,la comunità o il ritrovo in luogo fecondo di educazione integrale! Ricordiamoci che è sempre pregiudizievole e compromettente se non un vero disastro quando le agenzie educative affrontano le problematiche educative e i processi di crescita dei propri figli o degli allievi da soli e in autonomia assoluta! Il “fai da te” in questo campo è un vero attentato!Occorre,perciò,sanare assolutamente la rottura del patto educativo tra famiglia, scuola e altre istituzioni e in primo luogo la chiesa ripristinando quella alleanza e quella collaborazione che un tempo ha dato risultati eccellenti e che oggi leggendo i segni dei tempi è chiamata a impegnarsi per essere funzionale al bene comune dei figli e degli alunni sconfiggendo così quella cultura dell’esclusione che è frutto di egoismi e di razzismo e non di amore e di solidarietà!