martedì 26 giugno 2018

Sulla devozione e culto al Cuore Sacratissimo di Gesù


La devozione parrocchiale. Il Parroco lo denomina “esercito dell’Amore”, riferendosi al gruppo numeroso di zelatrici e zelatori del S. Cuore di Gesù che operano in parrocchia con l’Apostolato della Preghiera e nella carità e nel servizio alla comunità, specialmente malati, anziani, persone sole e in difficoltà”.
Il mese di Giugno, grazie a loro è devotamente ed intensamente vissuto dalla comunità ecclesiale che vede arricchirsi di presenze e di momenti significativi le celebrazioni liturgiche.
Al Sacro Cuore è dedicato, fin dalla fondazione degli anni ‘50 del secolo scorso, un altare laterale che richiama la centralità della spiritualità cristologica nella chiesa dedicata all’Assunta.
La Parrocchia con la devozione di Giugno si lega così fortemente ad una spiritualità che ha avuto espressioni importanti nella storia della Chiesa e nelle sue formule dottrinarie, e si è manifestata in maniera significativa nella storia ecclesiale frattese.

Dottrina evangelica. Imparate da me che sono mite e umile di cuore” dice il Signore ai suoi discepoli, indicando loro la sapienza e la via della diffusione del Vangelo e dell’annuncio del Regno Di Dio. E gli fa da eco il Magistero contemporaneo della Chiesa con le parole della Enciclica “Haurietis aquas” di Pio XII del Maggio del 1956 sulla dottrina riguardante la Devozione al Sacro Cuore di Gesù:
È altresì vivissimo Nostro desiderio che quanti si gloriano del nome di cristiani e intrepidamente combattono per stabilire il Regno di Cristo nel mondo, stimino l’omaggio di devozione al Cuore di Gesù come vessillo di unità, di salvezza e di pace. E, però, nessuno pensi che con tale ossequio venga arrecato alcun pregiudizio alle altre forme di pietà, con le quali il popolo cristiano, sotto l’alta direzione della Chiesa, onora il Redentore divino. Al contrario, una fervida devozione verso il Cuore di Gesù alimenterà e promuoverà specialmente il culto alla sacratissima Croce, come pure l’amore verso l’augustissimo Sacramento dell’altare. E in verità possiamo asserire — ciò che del resto è anche mirabilmente illustrato dalle rivelazioni, di cui Gesù Cristo volle favorire Santa Geltrude e Santa Margherita Maria — che nessuno capirà davvero il Crocifisso, se non penetra nel suo Cuore. Né si potrà facilmente comprendere l’amore che ha spinto il Salvatore a farsi nostro spirituale alimento, se non coltivando una speciale devozione verso il Cuore Eucaristico di Gesù”.

Storia devozionale. La devozione al Cuore di Gesù venne già praticata nell’antichità e nel medioevo, e nel ‘600 il culto si diffuse ad opera dei padri Gesuiti, di S. Giovanni Eudes (1601-1680); e soprattutto di S. Margherita Maria Alacoque (1647-1690) giovane suora del convento delle Visitandine di Paray-le-Monial. Santa Margherita dal 1673 al 1675 ebbe visioni mistiche, durante le quali lo stesso Gesù la invitava a diffondere la devozione al Sacro Cuore attraverso l’ora di adorazione e la pratica eucaristica dei primi venerdì del mese.
             
                                     

In Frattamaggiore la devozione al Sacro Cuore si sviluppa all’inizio ‘900, e si lega soprattutto alla fondazione di altari dedicati in San Sossio, nella parrocchia nascente del SS. Redentore (1908) e nella chiesa di San Rocco (1914); e particolarmente alla presenza, dagli anni ‘30 del ‘900, delle Ancelle del Sacro Cuore di Santa Caterina Volpicelli.


Santa Caterina Volpicelli. Con lo sviluppo della sua opera religiosa e della sua storia personale, la figura della santa viene rapportata dai suoi biografi agli avvenimenti napoletani e ai riverberi europei, soprattutto italiani e francesi, della cultura e della spiritualità cattolica legata alla devozione del Sacro Cuore di Gesù. Si tratta di una particolare espressione della Volpicelli che aderì in maniera originale alla devozione che si sviluppò nel panorama della vita religiosa e della riflessione teologica che si delinearono nella cattolicità europea, a partire dal XVI secolo, sulla base dell’esperienza mistica di Santa Margherita a Paray-le-Monial.
Giovanni Paolo II nell'omelia per il giorno della beatificazione in San Pietro (29 Aprile 2001) disse di lei:
La Beata Caterina Volpicelli dall’Eucaristia seppe trarre sempre quell’ardore missionario che la spinse ad esprimere la sua vocazione nella Chiesa, docilmente sottomessa ai Pastori e profeticamente intenta a promuovere il laicato e forme nuove di vita consacrata. Fu la prima “zelatrice” dell’Apostolato della Preghiera in Italia e lascia in eredità, specialmente alle Ancelle del Sacro Cuore, una singolare missione apostolica che deve continuare ad alimentarsi incessantemente alla fonte del Mistero eucaristico”.
Con le parole che Benedetto XVI ha dedicato alla santa napoletana nel giorno della canonizzazione, Domenica 26 aprile 2009, si completa il suo ritratto spirituale:
Testimone dell’amore divino fu anche santa Caterina Volpicelli, che si sforzò di “essere di Cristo, per portare a Cristo” quanti ebbe ad incontrare nella Napoli di fine Ottocento, in un tempo di crisi spirituale e sociale. Anche per lei il segreto fu l’Eucaristia. Alle sue prime collaboratrici raccomandava di coltivare una intensa vita spirituale nella preghiera e, soprattutto, il contatto vitale con Gesù eucaristico. E’ questa anche oggi la condizione per proseguire l’opera e la missione da lei iniziate e lasciate in eredità alle “Ancelle del Sacro Cuore”. Per essere autentiche educatrici della fede, desiderose di trasmettere alle nuove generazioni i valori della cultura cristiana, è indispensabile, come amava ripetere, liberare Dio dalle prigioni in cui lo hanno confinato gli uomini. Solo infatti nel Cuore di Cristo l’umanità può trovare la sua “stabile dimora”. Santa Caterina mostra alle sue figlie spirituali e a tutti noi, il cammino esigente di una conversione che cambi in radice il cuore, e si traduca in azioni coerenti con il Vangelo. E’ possibile così porre le basi per costruire una società aperta alla giustizia e alla solidarietà, superando quello squilibrio economico e culturale che continua a sussistere in gran parte del nostro pianeta.”

Storia ecclesiastica frattese. All'origine della presenza delle Ancelle del Sacro Cuore a Frattamaggiore, formalmente iniziata con l'inaugurazione della loro Casa in un vicolo del centro storico il 18 Agosto del 1939, si ritrova un particolare contesto religioso ed ecclesiale. E' il contesto ove si esprime la cultura cattolica locale dei primi decenni del secolo scorso, e dal quale emerge il 'dono' prezioso di una operosa carità cittadina. E' questo un contesto ricco di testimonianze ecclesiali collegate all'azione pastorale di forti personalità sacerdotali e manifestate nell'impegno aristocratico e popolare dei devoti fedeli frattesi.
In generale le principali personalità di riferimento della vita ecclesiale locale di quel tempo furono quelle del Vescovo di Acerra Nicola Capasso, che fu Parroco di San Rocco dal 1919 a 1933, e quelle del Vescovo di Policastro Federico Pezzullo, che fu Rettore del Santuario dell'immacolata fino al 1937 (oggi Servo di Dio). Altre personalità di riferimento, oggi più note, furono quelle del Missionario in Birmania Padre Mario Vergara (oggi Beato), di Gennaro Pezzullo Parroco del SS.mo Redentore, di Nicola Mucci sacerdote Fondatore della Scuola del Sacro Cuore, di Carlo Capasso Rettore della Madonna delle Grazie e Parroco di San Rocco, e dei giovani sacerdoti Salvatore Vitale (oggi Servo di Dio), Gennaro Auletta e Angelo Perrotta.
Il popolo frattese dell'epoca era partecipe ed entusiasta ed arricchiva la vita ecclesiale, con la guida dei suoi pastori, dando vita ad innumerevoli e devote forme associative negli ambiti parrocchiali, ed esprimendo attraverso le sue componenti più abbienti e signorili importanti manifestazioni della Devozione e della Carità, con aiuti, donativi e fondazioni durature come case ed istituti. Esemplari in questo senso furono le due iniziative che portarono alla fondazione in Frattamaggiore degli Istituti delle Suore del Sacro Cuore “Maria Pia Brando” operante nel territorio della Parrocchia di San Rocco e delle Ancelle del Sacro Cuore operante nel territorio della parrocchia di San Sossio, rispettivamente legate alle donazioni signorili di Rosa Graziano e di Maria Pezzullo.
Per ambedue le iniziative appare importante la motivazione della devozione a Sacro Cuore, che trovava un segno importante negli altari privilegiati dedicati e nella istituzione dell'Apostolato della Preghiera che verrà poi estesa in ogni chiesa locale.

Le parole del Parroco per la Solennità del Sacro Cuore di Gesù
Venerdì 8 giugno 2018
Carissimi, eleviamo con profonda gratitudine il canto di gloria e di lode al Signore e salutiamo con viva esultanza questo nuovo giorno che si annunzia raggiante di gioia e carico di emozioni!
Una giornata quella di oggi che chiama tutta la Chiesa,gerarchia e popolo Cristiano, a venerare e contemplare il Sacratissimo Cuore di Gesù e a pregare per la santificazione dei Sacerdoti!
Questa solennità è un'occasione per un tempo di preghiera e di comunione trai preti allo scopo di riscoprire e di ravvivare il dono del sacerdozio sulle orme di Gesù, primo ed eterno sacerdote!
Più volte Papa Francesco,che desidera pastori con il cuore di Cristo e a servizio del popolo di Dio, ha sensibilizzato e incoraggiato tutti i sacerdoti perché nell'esercizio faticoso e intenso del servizio di sacro ministero la vita sacerdotale sia ispirata sempre più alla misericordia e alla salvezza!
Il Cuore di Cristo ci introduce particolarmente in quell' ineffabile Amore di Dio che è un padre tenero e ricco di misericordia e ci esorta a rimanere nel suo amore modellando la nostra vita nei pensieri,negli atteggiamenti e nei comportamenti secondo il suo esempio!
Pertanto,come Sacerdoti di Cristo siamo invitati a guidare come pastori il popolo di Dio sulla strada della verità e con la tenerezza di una madre.
Come ministri della Parola siamo impegnati più intensamente ed efficacemente a trasmettere il Vangelo!
Come ministri del perdono siamo stimolati a comunicare più attentamente generosamente l'abbraccio misericordioso di Dio Padre e a dispensare con i sacramenti il dono della Grazia!
Questa ricchezza riversata nei cuori sacerdotali induce tutti a pregare il Cuore Sacratissimo di Gesù perché i ministri di Cristo , rivestiti della dignità sacerdotale,possano essere sempre più segni e strumenti dell'amore misericordioso e generoso di Dio che perdona!
É ancora Papa Francesco che ci offre spunti di meditazione quando sottolinea i tratti dell'amore che qualificano" più nel dare che nel ricevere" e "più nelle opere che nelle parole".
Pregate anche voi più intensamente per i nostri Sacerdoti, in ritiro oggi, a Mugnano del Cardinale!
Buona giornata di santificazione sacerdotale!

Parole di cuore del vescovo Spinillo (Omelie 2013). È vero che siamo in un tempo in cui tutto sembra determinato soltanto dalle scelte pratiche, da ciò che può darci un risultato facile, da ciò che può offrirci una soddisfazione immediata. Nel cuore, però, noi sentiamo il desiderio di qualcosa di più grande, sentiamo di non voler essere soltanto quelli che dalla vita prendono ciò che serve, ma vogliamo, invece, essere coloro che riconoscono e danno alla vita la forma più bella, la forma che è secondo il cuore e la volontà di Dio. Oserei dire che in questo troviamo quella prova che siamo figli di Dio di cui ci parlava l’apostolo Paolo nella seconda lettura: la verità del fatto che, sia pure in mezzo a tanti difetti che abbiamo, portiamo nel cuore il desiderio di poter vivere ciò che è più grande, il desiderio di poter dare alla realtà in cui viviamo una forma più bella, più buona perché capace di far crescere la vita, capace di far crescere il bene.
La carità, infatti, non è solo il dare qualcosa a qualcuno per soddisfare il bisogno di un momento. La carità è molto più grande, è il poter andare incontro alla vita di ogni essere umano con il cuore stesso di Dio, guidati dallo spirito di Dio. La carità è un carisma, un dono dello spirito di Dio che ci permette di essere in rapporto con l’umanità alla maniera stessa di Dio, di compiere, nell’incontro con ogni essere umano, la volontà di Dio.
Quando siamo raccolti in adorazione il nostro tempo, il momento, si dilata, diventa partecipazione di ciò che è infinito, apertura del cuore alla pienezza grande della presenza di Dio.