La
riflessione teologica – Gli studiosi di teologia individuano le
basi evangeliche, patristiche e tradizionali del culto di Maria.
Nei
Vangeli Maria appare inserita nel misterioso piano di Dio con il
concepimento verginale di Gesù, con il suo dialogo di fede con Dio,
con la sequela del Figlio fino alla croce, e con la sua condivisione
con la Comunità degli apostoli.
La
riflessione dei Padri della Chiesa, in epoca antica, individua per
Maria le caratterizzazioni principali che fondano la dogmatica
cattolica: Theotòkos (Madre di Dio) al Concilio di Efeso del 431;
sempre Vergine al Concilio Laterano del 649; culto delle Icone e
della venerazione al Concilio di Nicea del 787.
La
tradizione rimarca i tratti della devozione mariana che si
consolidano nelle varie epoche.
Nel
Medioevo della preghiera monastica e dello schema feudale, Maria è
Regina, Madre di Misericordia; è Mediatrice della riconciliazione
tra Cristo e la Chiesa; ed è Madre dei Miracoli a favore dei
peccatori.
Nell’Età
Moderna Maria è la Serva del Signore partecipe alla sua redenzione
(Concilio di Trento); la devozione mariana diviene molto diffusa e
popolare e con il Rosario si incentra sulla comprensione del Mistero
di Cristo.
Nell’Età
Contemporanea le apparizioni della Madonna a Caterina Labourè (1830)
e a Bernadette Soubirous a Lourdes (1858) accompagnano la
formulazione del Dogma della Immacolata Concezione (1854) stabilito
da Pio IX con tutti i Vescovi del mondo. La grande diffusione
del culto mariano culmina nel Dogma dell’Assunzione di Maria
stabilito da Pio XII nel 1950.
Oggi
la Dottrina Mariana si basa soprattutto sulla Lumen Gentium,
costituzione del Concilio Vaticano II, che indica la figura di Maria
come Madre del Salvatore inserita nel mistero di Cristo, della Chiesa
e della Salvezza. Essa ha trovato anche un grande sostenitore in
Giovanni Paolo II, papa mariano, che nel 2003 ha scritto la Lettera
Apostolica ROSARIUM VIRGINIS MARIAE.
I
teologi contemporanei riconoscono nella persona e nella funzione di
Maria “l’icona del mistero” (B. Forte), la “microstoria della
salvezza” (S. De Flores), la “chiave del mistero cristiano” (R.
Laurentin).
La
celebrazione delle apparizioni. Recentemente la celebrazione del 150°
delle apparizioni della Vergine, Immacolata Concezione, a Lourdes si
è caricata di grandissimi significati, biblici, teologici
e devozionali, per i milioni di credenti e di pellegrini. L’8
dicembre 1854 Pio IX definì in questi termini la concezione
immacolata di Maria: "la dottrina che sostiene che la beatissima
Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare
grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù
Cristo, salvatore del genere umano, è stata preservata immune da
ogni macchia di peccato originale, è stata rivelata da Dio e perciò
si deve credere fermamente e inviolabilmente da tutti i fedeli".
La Chiesa riconosce nell’Immacolata, la realizzazione del progetto
di Dio sul nuovo popolo messianico, nella sua espressione più alta
che è quella sponsale, di cui è il prototipo. La liturgia dell’8
dicembre, infatti, pone sulle labbra di Maria le parole del Cantico:
"Esulto e gioisco nel Signore […] perché mi ha avvolto con il
manto della giustizia, come una sposa adorna di gioielli",
perché la sua concezione immacolata ha segnato l’inizio della
Chiesa, sposa di Cristo, senza macchia e senza ruga, splendente di bellezza.
Le
apparizioni di Lourdes e le altre apparizioni della Vergine hanno
dato grande importanza alle devozioni mariane. Oggi, con il culto in
chiesa, non è raro che si accompagnino le infiorate alle edicole
votive, e l'allestimento di altarini domestici dove viene posta una
statua itinerante della Vergine.
Per
Maria, apparsa alla umanità contemporanea ed in attesa nelle mete
del pellegrinaggio, ci si muove sempre e si è sempre impegnati,
nella semplicità della preghiera personale e nel fasto della
preghiera comunitaria. Il pensiero dei credenti si inoltra nelle
favolose considerazioni del suo mistero, corre alle ardite
riflessioni teologiche che riguardano gli avvenimenti testimoniati e
creduti e la fede stessa: il Rosario e il Dogma. Il Dogma
dell’Immacolata Concezione, della creazione
nuova, che trova un riverbero nella Vergine apparsa a Lourdes. Il
Rosario nella cui recita si ritrova la sintesi delle apparizioni di
Fatima e l’aggiunta della stessa preghiera voluta dalla Vergine: "O
Gesù perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell'inferno;
portate in Cielo tutte le anime, e soccorrete specialmente le più
bisognose della vostra misericordia ".
L'avvenimento
mariano più importante di questo secolo è stato senza dubbio il
Concilio Vaticano II, perché da esso è scaturita una prospettiva
mariana che investe il campo dottrinale, liturgico, pastorale e
devozionale. Il Concilio ha voluto risituare Maria al punto di
partenza e al centro stesso del mistero di salvezza. L'inserimento di
Maria nella Costituzione Dogmatica
sulla Chiesa (Lumen gentium) può considerarsi un segno del rapporto di esemplarità
che intercorre fra Maria e la Chiesa: la Vergine è tipo e compimento
della Chiesa.
Inoltre,
la Vergine è Madre della Chiesa, giacché è Madre di Cristo e di
tutto il Popolo di Dio, sia dei fedeli che dei Pastori. Paolo VI ebbe
a cuore il proclamarlo solennemente a conclusione della terza
sessione del Concilio, offrendo in tale titolo una sintesi della
mariologia del Concilio (cfr. DC, 6.XII.64, col 1544).
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