Il
tema dell'educazione dei giovani, e della connessa opera degli
educatori, è molto caro alla storia e all'azione pastorale odierna
della Parrocchia dell'Assunta di Frattamaggiore. Ogni anno trova tra
l'altro iniziative e sviluppi con la Festa dell'Educatore che si
realizza tra la fine di Gennaio e l'inizio di febbraio in onore di
Don Bosco ed in concomitanza della sua festa liturgica. Quest'anno la
Festa è stata caratterizzata da momenti significativi che hanno
riguardato il Giubileo degli Oratoriani frattesi ed una serie di
incontri svolti con gli studenti nelle istituzioni scolastiche del
territorio e con i dirigenti scolastici e le autorità cittadine nel
salone parrocchiale.
Il
Giubileo degli Oratoriani è stato celebrato il 30 Gennaio 2016 con
la Santa Messa presieduta da p. Franco Beneduce s.j., e con una
serata di fraternità e di animazione dei numerosi oratoriani con i
loro familiari.
La
pagina del gruppo parrocchiale su FB, gestita da Onorato Jommelli, ha
riportato commenti e foto degli avvenimenti e, come dall'inizio
dell'anno liturgico per le altre attività pastorali parrocchiali,
anche alcuni spunti di riflessione del Parroco Mons. Angelo Crispino.
Dalla
pagina del gruppo recupero di seguito foto e spunti riflessivi per la
descrizione di questo post; mentre dal blog personale 'Doctrina et
Humanitas' recupero un mio contributo storico e agiografico
predisposto per la Festa degli Educatori del 2013, utilizzandolo in
funzione introduttiva.
Doctrina et Humanitas - Dell’educazione dei giovani: Festa degli educatori in onore di don Bosco
1.
Il Santo. San Giovanni Bosco (Castelnuovo d’Asti 16
agosto 1815 – Torino 31 gennaio 1888) nel centenario della sua
morte fu dichiarato “Padre e Maestro della gioventù” da
Giovanni Paolo II, il quale invitò tutti i figli spirituali del
santo ad invocarlo con questo titolo.
La
grande notorietà di Giovanni Bosco, sacerdote ed educatore, è un
fatto indubitabile nella vita cattolica contemporanea, grazie alla
Congregazione dei Salesiani da lui fondata che è tra le più
diffuse del mondo contemporaneo, e grazie alla sua santa opera
pastorale svolta nel campo della comunicazione sociale e
dell’educazione dei giovani.
La
sua è una scuola di santità vissuta e di carità impegnata che
congiunge l’opera educativa del suo maestro spirituale, san
Giuseppe Cafasso, e quella dei suoi discepoli Salesiani, a partire
dal modello del giovane san Domenico Savio, suo primo figlio
spirituale. “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo
consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento
perfetto dei nostri doveri”: sono le parole del giovane
Domenico che vive e comunica la proposta spirituale ed educativa del
suo maestro.
Sono
moltissimi i giovani che si ritrovano alla scuola di Don Bosco nella
Torino dell’ottocento interessata dai fenomeni migratori delle
popolazioni rurali. Si tratta di una scuola che faticosamente e
miracolosamente risponde alle problematiche sociali e diviene luogo
di superamento della emarginazione urbana e della devianza giovanile;
essa si propone come esperienza di formazione civile e professionale,
applicando una pedagogia esemplare (il metodo preventivo), e
prendendosi cura con la catechesi e con la preghiera della
spiritualità giovanile (l’oratorio).
I
tanti Collegi istituiti dai Salesiani, in Italia ed in ogni parte del
mondo, mantengono intatti i principi di don Bosco che risultano
sempre moderni ed attuali. Oltre ai Salesiani e alla Pia
Unione dei Cooperatori Salesiani da lui fondati, all’opera e
all’insegnamento di Don Bosco fanno capo anche le Figlie di
Maria Ausiliatrice istituite da santa Maria Mazzarello.
L’opera
educativa di Don Bosco, originata da motivazioni vocazionali e
religiose, ha vissuto proficui contatti profetici ed ispiratavi con
l’educazione laica ed istituzionale, ed ha avuto una vasta eco nel
campo degli studi e delle scienze dell’educazione che considerano
esemplare il suo modello pedagogico.
2.
Ispirazioni. Il giovanile modello pastorale dell’opera
educativa di don Bosco, rivolto ai giovani e inventato nella
ottocentesca Torino dell’industrialismo e della inurbazione delle
masse rurali, ha anche ispirato molte altre esperienze più recenti
di sacerdoti e di operatori pastorali operanti nelle
comunità
che hanno vissuto l’esperienza della emarginazione sociale e della
trasformazione urbana. Ciò è avvenuto in genere in ogni luogo ove
si è andata affermando l’esigenza di interventi educativi
innovativi, sviluppati secondo i dettami della moderna pedagogia,
rispondenti alle problematiche etiche e religiose connesse alla
transizione sociale.
Un
caso noto ed emblematico in Italia è quello della pedagogia di don
Lorenzo Milani, alle prese con l’educazione dei giovani
dell'isolata comunità di Barbiana. L’importanza e l’influenza
dell’opera di don Milani e dei suoi giovani (Lettera ad una
professoressa) nel dibattito sulle istituzioni educative
contemporanee sono anch’esse note.
Una
esemplare esperienza educativa "alla don Bosco" è
rinvenibile anche sul piano della storia locale frattese. Si tratta
dell’esperienza giovanile di don Angelo Crispino (ordinato il 28
Giugno del 1964) che alla sua opera educativa, rivolta a migliaia di
giovani e svolta nel nuovo quartiere popolare di Casaluce, diede
proprio il nome di “Oratorio don Bosco", recuperando
del santo torinese l’intierezza della proposta, sia pedagogica e
sia spirituale. Dal 1964 al 1984, periodo della sua cappellania
presso la chiesa del quartiere curata dalle Serve di Maria, don
Angelo (oggi mons. Angelo e dirigente scolastico) ha svolto una guida
sicura ed illuminante in un tempo di transizione dall’antico al
moderno e in un tempo di crisi dell’identità storica e
generazionale. La sua azione, ispirata dall’esempio di don Bosco,
ha inaugurato a livello locale lo stile della pastorale giovanile
post-conciliare. Leggiamo in una opera di storia locale:
“Per
le attività casalucensi animate da don Angelo valgono due
testimonianze; quella dello storico insigne di Frattamaggiore, Sosio
Capasso, che dalla prospettiva sociale le considera capaci di
trasformare l'intero rione in un centro di fede, di cultura e di
impegno sociale; e quella di Nicola Capasso, vescovo di Acerra e
gloria frattese, il quale dalla prospettiva pastorale saluta
l’Oratorio come cosa “memorabile nella storia della nostra città”
e descrive gli effetti positivi della catechesi giovanile.” (P.
Saviano F. Pezzella, La
Madonna di Casaluce…,
Tip. Cirillo, Frattamaggiore 1998).
La
Parrocchia di Maria SS. Assunta di Frattamaggiore, ove è parroco don
Angelo, continua sul piano locale a dare vita all’ispirazione e al
modello di Don Bosco, santo che celebra con solennità religiosa e
con iniziative significative (Festa degli educatori).
Le
riflessioni di Mons. Angelo Crispino su FB: a commento della Festa
degli Educatori
del
2016
SABATO
30 Gennaio 2016
Carissimi,si è esaurita anche questa settimana e
ci prepariamo a concludere anche questo primo mese del nuovo anno!La
giornata che si apre la gusto in maniera ancora più gioiosa! Mi
direte : perché ? C’è un evento che da sempre porto nel mio DNA :
è il ritorno della tradizionale ricorrenza liturgica di Don
Bosco,maestro ed educatore! E’ il mio caro protettore e il modello
a cui ho guardato dalla mia fanciullezza e a cui mi sono ispirato nel
mio ministero sacerdotale e pastorale!Nella vita di ciascuno si
manifesta sempre qualche occasione,una circostanza,un periodo, un
momento di follia che segna il corso della vita e resta indelebile
nella propria storia personale!Con una analisi retrospettiva accurata
e serena potremmo comunque ciascuno di noi individuare l’episodio
simbolo l’esperienza topica che ha dato una svolta alla nostra
esistenza,quel là che ci ha orientati facendoci comprendere la
nostra vocazione e la missione del futuro! Benediciamo il
Signore,luce e guida della nostra vita! E’ la manifestazione del
suo progetto e della sua volontà! Che gioia poter condividere il
frutto dell’esperienza educativa e formativa realizzata dal 1964 ad
oggi negli oratori intitolati a Don Bosco! Per la storia locale
inizialmente è stato fondato nel territorio frattese delle
“filatoie” ,nel cuore delle palazzine Ina Casa,nei pressi della
chiesa di Casaluce delle Suore Compassioniste e rifondato
successivamente nel 1984 a seguito del mio trasferimento e della mia
nomina a parroco nella nuova realtà periferica della città nella
parrocchia dell’Assunta ! Feconda e indimenticabile esperienza che,
nel raduno di tutti gli oratoriani vecchi e nuovi di stasera ci
permette di vivificare e condividere nella preghiera e nella
fraternità personale e familiare la ricchezza di benefici ,di
sentimenti e di valori che hanno accompagnato la vita di tante
famiglie dei rioni e costituiscono il patrimonio formativo di
centinaia e centinaia di ragazzi, giovani e genitori di ieri e di
oggi che per la circostanza si ritrovano con le loro famiglie e i
figli per ricordare,gioire e fraternizzare!E’ storia viva che viene
da lontano e conserva tutta la sua freschezza e attualità! Grazie al
Signore e al “pazzo” Don Bosco,innamorato dei ragazzi e dei
giovani e spinto solo dal desiderio di condividere con loro le
difficoltà,le sofferenze e le speranze di un futuro migliore e di
una vita ,anche se povera ma onesta e morale!Crediamo nei giovani!
Dialoghiamo con i giovani! Comprendiamoli e aiutiamoli perché
nessuno si perda!Con Don Bosco vogliamo pregare per i giovani e gli
educatori chiedendo solo al Signore :”Da mihi animas, coetera
tolle” e di aiutarci a conservare la gioia del servizio!
Lunedi
1 febbraio 2016
Carissimi,sereno inizio di settimana!Grande gioia
e forte emozione sono nel mio cuore e nel miei occhi! Sono ancora in
commossa fibrillazione per gli incontri realizzati sabato sera nel
raduno di quei ragazzi e giovani oratoriani di un “ ieri” lontano
nel tempo ma che “oggi” con le loro famiglie e figli hanno
rivissuto nella preghiera e nella fraternità l’esaltante
esperienza vissuta negli Oratori dedicati a Don Bosco! I semi gettati
copiosamente,a piene mani,sono diventati piante rigogliose e sane,
direi un rigenerante bosco che continua a verdeggiare e a
fruttificare nella nostra città e nel territorio dell’hinterland
vivendo i valori cristiani assimilati e vissuti e trasmettendoli con
grande fierezza e gelosia nelle famiglie che hanno costituito e che
guidano con saggezza umana e cristiana!Una testimonianza storica e
preziosa che ha permesso di rivivere uno dei momenti esaltanti
intorno all’altare con la S. Messa da noi concelebrata e presieduta
da P. Franco Beneduce, un oratoriano frattese, vissuto nel quartiere
del Don Bosco, una vocazione che nasce lì e matura fino a diventare
sacerdote e poi religioso nella Compagnia di Gesù! Oggi è al
vertice del Pontificio Seminario Regionale Campano totalmente
impegnato nella formazione dei giovani che si preparano al
Sacerdozio!Non è forse un dono di Dio? Una grazia che ci garantisce
la presenza di Dio in mezzo a noi e la protezione di Don Bosco?
Insieme rendiamo grazie a Dio!Toccante è stato anche rivedere
all’organo,alla chitarra e nel coro tutta la schiera dei giovani
degli anni 80 che hanno rinnovato l’esperienza di animazione
liturgica come ai vecchi tempi!Storia di ieri che è maestra di vita
alle generazioni presenti e a quelle future perché si possa non
seppellire ma far tesoro dell’eredità valoriale sana ed esemplare
del passato per costruire la qualità del presente e le speranze
future! Dopo la preghiera la famiglia oratoriana si è ritrovata nel
centro pastorale”Giovanni Paolo II” per una serata conviviale di
fraternità e di condivisione che ha vivificato ricordi ed esperienze
che sono state partecipate ai più giovani con grande edificazione da
diventare una tonificante trasfusione energetica alle nuove
generazioni ! In programma sono previsti altri momenti significativi
ma vi daremo notizia nei futuri appuntamenti! Saluto tutti con un
fraterno abbraccio e una preghiera a Don Bosco!
Sabato
6 febbraio 2016
Carissimi,grazie a Dio anche oggi vi diciamo:
Buongiorno! Si conclude la prima settimana di febbraio! E noi
concludiamo pure questa settimana della educazione vissuta sotto lo
sguardo del santo educatore Don Bosco!Abbiamo infatti realizzato un
percorso di riflessione e di sensibilizzazione sulle tematiche
educative e sui protagonisti dell’azione educativa mirando a
coinvolgere tutti, sia la comunità ecclesiale sia quella civile
nelle sue varie espressioni culturali,professionali e politiche
perché ponessero al centro dell’interesse comune la persona
dell’educando,l’arte delicata e sublime dell’educazione,la
missione degli educatori! La settimana,comunque,l’abbiamo vissuta
nella preghiera e nella seria meditazione!Abbiamo voluto riservare
una attenzione specifica al campo educativo perché l’educazione è
vita mentre la mancanza di educazione è morte,è inciviltà,è
rozzezza,è barbarie!Privilegiare questa tematica è stato
particolarmente necessario alla luce di ciò che si sperimenta in
tutti i luoghi e a tutti i livelli con l’alto grado di spudoratezza
e di cinismo con cui si agisce! La cronaca nera di ogni giorno è
avvilente e sconvolgente! La diseducazione porta perfino ad atti
inconsulti e a delitti efferati! Il pedagogo e maestro per eccellenza
è Cristo,figlio di Dio Amore e noi,alla sua scuola,abbiamo da
lasciarci da Lui educare per una umanità nuova e piena!Dobbiamo
prendere coscienza che non c’è nulla nella nostra azione che non
abbia una significativa valenza educativa! Non c’è nessuno che non
debba sentire la responsabilità di essere con il suo comportamento e
con la sua condotta motivo di buon esempio e di buona educazione e
non motivo di diseducazione e di scandalo! A tutti incombe il dovere
con la propria presenza e la propria testimonianza di trasformare
qualsiasi luogo che sia la famiglia o il posto di lavoro,la scuola o
l’associazione,la comunità o il ritrovo in luogo fecondo di
educazione integrale! Ricordiamoci che è sempre pregiudizievole e
compromettente se non un vero disastro quando le agenzie educative
affrontano le problematiche educative e i processi di crescita dei
propri figli o degli allievi da soli e in autonomia assoluta! Il “fai
da te” in questo campo è un vero attentato!Occorre,perciò,sanare
assolutamente la rottura del patto educativo tra famiglia, scuola e
altre istituzioni e in primo luogo la chiesa ripristinando quella
alleanza e quella collaborazione che un tempo ha dato risultati
eccellenti e che oggi leggendo i segni dei tempi è chiamata a
impegnarsi per essere funzionale al bene comune dei figli e degli
alunni sconfiggendo così quella cultura dell’esclusione che è
frutto di egoismi e di razzismo e non di amore e di solidarietà!