Tiziano, Assunzione della Beata Vergine Maria |
E’
la relazione tematica di una meditazione del Cardinale Jorge Mario
Bergoglio, Arcivescovo di Buenos Aires, svolta nel 2003 sul Quarto
Mistero della Gloria del Rosario: elevata al cielo Maria si premura
di colmare la speranza dei credenti di contemplare il volto di Dio e
di vedere il volto del suo Figlio.
La
meditazione del Cardinale che diverrà, dieci anni dopo nel 2013,
Papa Francesco, si legge nelle pagine da 223 a 227 del libro Rosario
Preghiera prediletta – Omaggio a Maria di 20 Cardinali.
Il
libro fu pubblicato dalla Nova Itinera a chiusura dell’Anno
del Rosario voluto dal Papa San Giovanni Paolo II e fu
distribuito gratuitamente in occasione del Concistoro e della
Beatificazione di Madre Teresa di Calcutta. Questa estate
durante un pellegrinaggio laziale ho avuto occasione di rinvenirne
una copia in offerta nel Santuario della Madonna di Ceri (borgo
medievale di Cerveteri).
Il
libro ebbe la prefazione della Madre M. Tekla Famiglietta, Abbadessa
Generale dell’Ordine del SS.mo Salvatore di Santa Brigida, fu
introdotto da una sintesi della Lettera Apostolica Rosarium
Virginis Mariae, e si compose con le meditazioni di 20 Cardinali,
ognuno dei quali commentò un singolo Mistero del Rosario; Bergoglio
commentò il Mistero dell’Assunzione di Maria.
Omaggio a Maria |
Madonna di Ceri |
Padre Jorge Mario Bergoglio s.j. |
Se
non ricordo male, era il 1985. Una sera andai a recitare il santo
Rosario che guidava il Santo Padre. Lui stava davanti a tutti, in
ginocchio. Il gruppo era numeroso; vedevo il Santo Padre di spalle e,
a poco a poco, mi immersi nella preghiera. Non ero solo: pregavo in
mezzo al popolo di Dio al quale appartenevamo io e tutti coloro che
erano lì, guidati dal nostro Pastore.
Nel
mezzo della preghiera mi distrassi, guardando alla figura del Papa:
la sua pietà, la sua devozione erano una testimonianza. E il tempo
sfumò, e cominciai a immaginarmi il giovane sacerdote, il
seminarista, il poeta, l’operaio, il bambino di Wadowice… nella
stessa posizione in cui si trovava in quel momento, pregando Ave
Maria dopo Ave Maria. La sua testimonianza mi colpì. Sentii che
quell’uomo, scelto per guidare la Chiesa, ripercorreva un cammino
fino alla sua Madre del cielo, un cammino iniziato fin dalla sua
infanzia. E mi resi conto della densità che avevano le parole della
Madre di Guadalupe a san Juan Diego: «Non temere, non sono forse tua
madre?». Compresi la presenza di Maria nella vita del Papa. La
testimonianza non si è persa in un istante. Da quella volta recito
ogni giorno i quindici misteri del Rosario.
Con
la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae (16 ottobre
2002) i Misteri divennero 20 con l’integrazione dei Misteri
della Luce; e la meditazione di Bergoglio sull’Assunzione di
Maria riguardò il 19° Mistero. La leggiamo di seguito per
l’opportunità di una riflessione ecclesiale in Parrocchia e in
occasione della Festa dell’Assunta.
Carissimi,
noi fin d'ora siamo figli di Dio,
ma
ciò che saremo non è stato ancora rivelato.
Sappiamo
però che quando egli si sarà manifestato,
noi
saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque
ha questa speranza in lui,
purifica
se stesso, come egli è puro (1Gv
3, 2-3).
Il
quarto mistero glorioso alza al cielo il nostro sguardo, preso dallo
sguardo di Maria. Nei suoi occhi vediamo brillare questa speranza che
ci purifica, di cui parla l’Apostolo San Giovanni: “Noi
saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è”.
Ella
è stata purificata già dalla sua Immacolata Concezione. E possiamo
dire che divenne “simile in tutto a Gesù”. Ed Egli si fece
figlio di lei (e nella carne di Maria si fece simile a noi in tutto,
fuorchè nel peccato).
Tuttavia
in Dio sempre vi è un “più”. E adesso, elevata al cielo, Maria
si premura di colmare quella speranza: vedere il volto di Dio, vedere
il volto del suo Figlio tale quale è. Lo conosce da sempre. Ma nel
chiaro-scuro della fede. Come Madre ha contemplato quel volto dal
primo momento. Lo immaginò prima che fosse nato e ha seguito i passi
delle sue trasformazioni. Ha visto il suo volto di bambino diventare
quello di Gesù adolescente e, infine, quello dell’uomo adulto. Ha
visto ciò che abbiamo fatto con quel volto nella Croce. Lo ha visto
risorto, di nuovo sorridente. Ma c’è di più; ancora rimane il
velo del mistero che “nessun occhio vide”.
E
mentre recitiamo l’Ave Maria, alimentiamo la nostra speranza
contemplando il desiderio di Nostra Signora.
Il
cristiano è l’uomo della speranza. Speranza di che?
Speranza
di vedere un volto. Ce lo dice il Salmo: “Quando verrò e vedrò
il volto di Dio?”
Il
volto di Gesù è un volto conosciuto in modo misterioso; del resto
non conosciamo nemmeno il nostro volto personale.
Assunzione di Maria. Fonte: AgenSIR |
La
sua immagine è incisa nella profondità più intima del nostro
essere. Il Padre ci ha creato in Lui, a immagine del suo volto.
Perciò lo presentiamo familiare. E quando più familiare, più
misterioso. Come ogni volto amato.
Giovanni
ci dice che la speranza purifica. Di che cosa abbiamo bisogno di
purificarci? Certamente di molte cose. Però quella del volto è la
principale.
Non
sono forse tutte le nostre maschere e chirurgie la prova del fatto
che cerchiamo un volto veritiero, quel volto unico e personale, e al
contempo, volto di famiglia, volto comune a tutti i volti?
Non
cerchiamo il nostro vero volto negli occhi degli altri?
Non
è vero che riposiamo da questa ricerca solo quando incontriamo il
volto di un altro che ci ama e che vogliamo contemplare?
Guardando
il volto di Maria possiamo avvicinarci al Volto di Gesù, che ci
purifica e ci ricrea.
Così
come, quando uno vede una madre con suo figlio, è bello passare dal
guardare il bambino all’osservare come lo guarda sua madre, ci
aiuta il contemplare lo sguardo di Maria.
Contemplarla
guardando Gesù mentre si avvia verso il Cielo, alla sacra intimità
del Dio Santo, e comprendere cos’è la speranza.
Contemplarla
nell’istante in cui i suoi occhi s’incontrano con quelli di suo
Figlio, e capire cos’è la carità.
Sale
con lei l’anelito di tutta l’umanità. E in quest’ascensione
continuiamo a purificarci nella speranza.
Nella
misura in cui sale, il volto di Nostra Signora continua a divenire
raggiante, e ricordiamo Mosè, nella cavità della rupe, nel Sinai,
quando il Signore lo coprì teneramente con la mano perché “nessun
uomo può vedermi e restare vivo”, e subito la tolse affinché
potesse “vedere le mie spalle ma il mio volto non lo si può
vedere” (Es 33, 20-23).
Man
mano che sale, Maria prega ricordando l’antica benedizione:
“Ti
benedica il Signore e ti protegga
Il
Signore faccia brillare il suo volto su di te
e
ti propizio.
Il
Signore rivolga su di te il suo volto
e ti conceda
pace” (Num 6, 24-26).
Man
mano che sale, sente la brezza soave che avvolse il profeta, quando
il Signore passò davanti a Lui ed Elia si coprì il volto con il
mantello (I Re 19, 13).
Maria
sale recitando il cantico di Davide, suo padre:
“Cercate
il Signore e la sua forza, ricercate sempre il suo volto.
Ricordate
i prodigi che egli ha compiuto, i suoi miracoli e i giudizi di sua
bocca. Stirpe di Israele suo servo, figli di Giacobbe, suoi eletti”
(I Cr 16, 11-13).
Man
mano che ascende, il suo volto si trasforma e anche i suoi vestiti, e
noialtri la vediamo stupiti come i giudei contemplarono Giuditta,
colei che con “la bellezza del suo volto” sconfisse tutti
i nemici (Gd 16, 6). Come la Regina Ester, Maria sale “rosea
nello splendore della sua bellezza e il suo viso era gioioso, come
pervaso d’amore” (Est 5, 1b).
Con
il Salmo va pregando:
“Di
te ha detto il mio cuore:
“Cercate
il suo volto”;
il
tuo volto, Signore, io cerco” (Sal 27, 8).
Si
compie in Maria l’anelito di tutti noi, che preghiamo con la
preghiera di Giobbe quando diamo l’ultimo saluto ai nostri cari:
“Dopo
che questa mia pelle sarà distrutta,
senza
la mia carne, vedrò Dio.
Io
lo vedrò, io stesso,
e
i miei occhi lo contempleranno
non
da straniero” (Gb 19, 26-27).
Già
si dissolve in lei il velo di cui parla Paolo e “a viso
scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore”,
Maria si va trasformando “in quella medesima immagine, di gloria
in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore” (2 Cor 3,
15-18).
Non
sappiamo forse che è vero che abbiamo bisogno di vedere noi stessi
nel Volto alla cui immagine siamo stati creati?
Giotto, Assunzione di Maria |
La
vediamo entrare, Nostra Signora, nel Cielo e venir accolta da
Giovanni. Da lontano immaginiamo il Signore con le parole
dell’Apocalisse:
“In
mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d'uomo, con un abito
lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d'oro. I capelli
del suo capo erano candidi, simili a lana candida come neve. I suoi
occhi erano come fiamma di fuoco. I piedi avevano l'aspetto del
bronzo splendente, purificato nel crogiuolo. La sua voce era simile
al fragore di grandi acque. Teneva nella sua destra sette stelle e
dalla bocca usciva una spada affilata, a doppio taglio, e il suo
volto era come il sole quando splende in tutta la sua forza” (Ap
1, 13-16).
E
nell’incontrarsi con il suo Figlio, si compie quella promessa:
“vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte”
(Ap 22, 4).
A
Maria, assunta al Cielo in corpo e anima, preghiamo:
“Orsù
dunque, Signora e Avvocata nostra,
rivolgi
a noi gli occhi tuoi misericordiosi
e
dopo questo esilio
mostraci
Gesù”.
Jorge
Mario Card. Bergoglio
Arcivescovo
di Buenos Aires in Argentina
Papa Francesco recita il Rosario |
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