La
devozione parrocchiale. Il
Parroco lo denomina “esercito dell’Amore”, riferendosi al
gruppo numeroso di zelatrici e zelatori del S. Cuore di Gesù che
operano in parrocchia con l’Apostolato
della Preghiera
e “nella
carità e nel servizio alla comunità, specialmente malati, anziani,
persone sole e in difficoltà”.
Il
mese di Giugno, grazie a loro è devotamente ed intensamente vissuto
dalla comunità ecclesiale che vede arricchirsi di presenze e di
momenti significativi le celebrazioni liturgiche.
Al
Sacro Cuore è dedicato, fin
dalla fondazione degli anni ‘50 del secolo scorso,
un altare laterale che richiama la centralità della spiritualità
cristologica nella chiesa dedicata all’Assunta.
La
Parrocchia con la devozione di Giugno si lega così fortemente ad una
spiritualità che ha avuto espressioni importanti nella storia della
Chiesa e nelle sue formule dottrinarie, e si è manifestata in
maniera significativa nella storia ecclesiale frattese.
Dottrina
evangelica. “Imparate
da me che sono mite e umile di cuore” dice il Signore ai suoi
discepoli, indicando loro la sapienza e la via della diffusione del
Vangelo e dell’annuncio del Regno Di Dio. E gli fa da eco il
Magistero contemporaneo della Chiesa con le parole della Enciclica
“Haurietis
aquas”
di Pio XII del Maggio del 1956 sulla dottrina riguardante la
Devozione al Sacro Cuore di Gesù:
“È
altresì vivissimo Nostro desiderio che quanti si gloriano del nome
di cristiani e intrepidamente combattono per stabilire il Regno di
Cristo nel mondo, stimino l’omaggio di devozione al Cuore di Gesù
come vessillo di unità, di salvezza e di pace. E, però, nessuno
pensi che con tale ossequio venga arrecato alcun pregiudizio alle
altre forme di pietà, con le quali il popolo cristiano, sotto l’alta
direzione della Chiesa, onora il Redentore divino. Al contrario, una
fervida devozione verso il Cuore di Gesù alimenterà e promuoverà
specialmente il culto alla sacratissima Croce, come pure l’amore
verso l’augustissimo Sacramento dell’altare. E in verità
possiamo asserire — ciò che del resto è anche mirabilmente
illustrato dalle rivelazioni, di cui Gesù Cristo volle favorire
Santa Geltrude e Santa Margherita Maria — che nessuno capirà
davvero il Crocifisso, se non penetra nel suo Cuore. Né si potrà
facilmente comprendere l’amore che ha spinto il Salvatore a farsi
nostro spirituale alimento, se non coltivando una speciale devozione
verso il Cuore Eucaristico di Gesù”.
Storia
devozionale. La devozione al Cuore di Gesù venne già praticata
nell’antichità e nel medioevo, e nel ‘600 il culto si diffuse ad
opera dei padri Gesuiti, di S. Giovanni Eudes (1601-1680); e
soprattutto di S. Margherita Maria Alacoque (1647-1690) giovane suora
del convento delle Visitandine di Paray-le-Monial. Santa Margherita
dal 1673 al 1675 ebbe visioni mistiche, durante le quali lo stesso
Gesù la invitava a diffondere la devozione al Sacro Cuore attraverso
l’ora di adorazione e la pratica eucaristica dei primi venerdì del
mese.
In
Frattamaggiore la devozione al Sacro Cuore si sviluppa all’inizio
‘900, e si lega soprattutto alla fondazione di altari dedicati in
San Sossio, nella parrocchia
nascente del SS. Redentore (1908) e nella chiesa di San Rocco (1914);
e particolarmente alla presenza, dagli anni ‘30 del ‘900, delle
Ancelle del Sacro Cuore di
Santa Caterina Volpicelli.
Santa
Caterina
Volpicelli. Con
lo sviluppo della sua opera religiosa e
della sua storia personale,
la
figura della santa viene
rapportata dai
suoi biografi agli
avvenimenti napoletani e ai riverberi europei, soprattutto italiani e
francesi, della cultura e della spiritualità cattolica legata alla
devozione del Sacro
Cuore di Gesù.
Si
tratta di una particolare espressione della Volpicelli che aderì in
maniera originale alla devozione che si sviluppò nel panorama della
vita religiosa e della riflessione teologica che si delinearono nella
cattolicità europea, a partire dal XVI secolo, sulla base
dell’esperienza mistica di Santa Margherita a Paray-le-Monial.
Giovanni
Paolo II nell'omelia per il giorno della beatificazione in San Pietro
(29 Aprile 2001) disse di lei:
“La
Beata Caterina Volpicelli dall’Eucaristia seppe trarre sempre
quell’ardore missionario che la spinse ad esprimere la sua
vocazione nella Chiesa, docilmente sottomessa ai Pastori e
profeticamente intenta a promuovere il laicato e forme nuove di vita
consacrata. Fu la prima “zelatrice” dell’Apostolato della
Preghiera in Italia e lascia in eredità, specialmente alle Ancelle
del Sacro Cuore, una singolare missione apostolica che deve
continuare ad alimentarsi incessantemente alla fonte del Mistero
eucaristico”.
Con
le parole che Benedetto XVI ha dedicato alla santa napoletana nel
giorno della canonizzazione, Domenica 26 aprile 2009, si
completa il suo ritratto spirituale:
“Testimone
dell’amore divino fu anche santa Caterina Volpicelli, che si sforzò
di “essere di Cristo, per portare a Cristo” quanti ebbe ad
incontrare nella Napoli di fine Ottocento, in un tempo di crisi
spirituale e sociale. Anche per lei il segreto fu l’Eucaristia.
Alle sue prime collaboratrici raccomandava di coltivare una intensa
vita spirituale nella preghiera e, soprattutto, il contatto vitale
con Gesù eucaristico. E’ questa anche oggi la condizione per
proseguire l’opera e la missione da lei iniziate e lasciate in
eredità alle “Ancelle del Sacro Cuore”. Per essere autentiche
educatrici della fede, desiderose di trasmettere alle nuove
generazioni i valori della cultura cristiana, è indispensabile, come
amava ripetere, liberare Dio dalle prigioni in cui lo hanno confinato
gli uomini. Solo infatti nel Cuore di Cristo l’umanità può
trovare la sua “stabile dimora”. Santa Caterina mostra alle sue
figlie spirituali e a tutti noi, il cammino esigente di una
conversione che cambi in radice il cuore, e si traduca in azioni
coerenti con il Vangelo. E’ possibile così porre le basi per
costruire una società aperta alla giustizia e alla solidarietà,
superando quello squilibrio economico e culturale che continua a
sussistere in gran parte del nostro pianeta.”
Storia
ecclesiastica frattese. All'origine della presenza delle
Ancelle del Sacro Cuore a Frattamaggiore, formalmente iniziata con
l'inaugurazione della loro Casa in un vicolo del centro storico il 18
Agosto del 1939, si ritrova un particolare contesto religioso ed
ecclesiale. E' il contesto ove si esprime la cultura cattolica locale
dei primi decenni del secolo scorso, e dal quale emerge il 'dono'
prezioso di una operosa carità cittadina. E' questo un contesto
ricco di testimonianze ecclesiali collegate all'azione pastorale di
forti personalità sacerdotali e manifestate nell'impegno
aristocratico e popolare dei devoti fedeli frattesi.
In
generale le principali personalità di riferimento della vita
ecclesiale locale di quel tempo furono quelle del Vescovo di Acerra
Nicola Capasso, che fu Parroco di San Rocco dal 1919 a 1933, e quelle
del Vescovo di Policastro Federico Pezzullo, che fu Rettore del
Santuario dell'immacolata fino al 1937 (oggi Servo di Dio). Altre
personalità di riferimento, oggi più note, furono quelle del
Missionario in Birmania Padre Mario Vergara (oggi Beato), di Gennaro
Pezzullo Parroco del SS.mo Redentore, di Nicola Mucci sacerdote
Fondatore della Scuola del Sacro Cuore, di Carlo Capasso Rettore
della Madonna delle Grazie e Parroco di San Rocco, e dei giovani
sacerdoti Salvatore Vitale (oggi Servo di Dio), Gennaro Auletta e
Angelo Perrotta.
Il
popolo frattese dell'epoca era partecipe ed entusiasta ed arricchiva
la vita ecclesiale, con la guida dei suoi pastori, dando vita ad
innumerevoli e devote forme associative negli ambiti parrocchiali, ed
esprimendo attraverso le sue componenti più abbienti e signorili
importanti manifestazioni della Devozione e della Carità,
con aiuti, donativi e fondazioni durature come case ed istituti.
Esemplari in questo senso furono le due iniziative che portarono alla
fondazione in Frattamaggiore degli Istituti delle Suore del Sacro
Cuore “Maria Pia Brando” operante nel territorio della
Parrocchia di San Rocco e delle Ancelle del Sacro Cuore
operante nel territorio della parrocchia di San Sossio,
rispettivamente legate alle donazioni signorili di Rosa Graziano e di
Maria Pezzullo.
Per
ambedue le iniziative appare importante la motivazione della
devozione a Sacro Cuore, che trovava un segno importante negli altari
privilegiati dedicati e nella istituzione dell'Apostolato della
Preghiera che verrà poi estesa in ogni chiesa locale.
Le
parole del Parroco per la Solennità del Sacro Cuore di Gesù
Venerdì
8 giugno 2018
Carissimi,
eleviamo con profonda gratitudine il canto di gloria e di lode al
Signore e salutiamo con viva esultanza questo nuovo giorno che si
annunzia raggiante di gioia e carico di emozioni!
Una giornata quella di oggi che chiama tutta la Chiesa,gerarchia e popolo Cristiano, a venerare e contemplare il Sacratissimo Cuore di Gesù e a pregare per la santificazione dei Sacerdoti!
Questa solennità è un'occasione per un tempo di preghiera e di comunione trai preti allo scopo di riscoprire e di ravvivare il dono del sacerdozio sulle orme di Gesù, primo ed eterno sacerdote!
Più volte Papa Francesco,che desidera pastori con il cuore di Cristo e a servizio del popolo di Dio, ha sensibilizzato e incoraggiato tutti i sacerdoti perché nell'esercizio faticoso e intenso del servizio di sacro ministero la vita sacerdotale sia ispirata sempre più alla misericordia e alla salvezza!
Il Cuore di Cristo ci introduce particolarmente in quell' ineffabile Amore di Dio che è un padre tenero e ricco di misericordia e ci esorta a rimanere nel suo amore modellando la nostra vita nei pensieri,negli atteggiamenti e nei comportamenti secondo il suo esempio!
Una giornata quella di oggi che chiama tutta la Chiesa,gerarchia e popolo Cristiano, a venerare e contemplare il Sacratissimo Cuore di Gesù e a pregare per la santificazione dei Sacerdoti!
Questa solennità è un'occasione per un tempo di preghiera e di comunione trai preti allo scopo di riscoprire e di ravvivare il dono del sacerdozio sulle orme di Gesù, primo ed eterno sacerdote!
Più volte Papa Francesco,che desidera pastori con il cuore di Cristo e a servizio del popolo di Dio, ha sensibilizzato e incoraggiato tutti i sacerdoti perché nell'esercizio faticoso e intenso del servizio di sacro ministero la vita sacerdotale sia ispirata sempre più alla misericordia e alla salvezza!
Il Cuore di Cristo ci introduce particolarmente in quell' ineffabile Amore di Dio che è un padre tenero e ricco di misericordia e ci esorta a rimanere nel suo amore modellando la nostra vita nei pensieri,negli atteggiamenti e nei comportamenti secondo il suo esempio!
Pertanto,come
Sacerdoti di Cristo siamo invitati a guidare come pastori il popolo
di Dio sulla strada della verità e con la tenerezza di una madre.
Come
ministri della Parola siamo impegnati più intensamente ed
efficacemente a trasmettere il Vangelo!
Come ministri del perdono siamo stimolati a comunicare più attentamente generosamente l'abbraccio misericordioso di Dio Padre e a dispensare con i sacramenti il dono della Grazia!
Come ministri del perdono siamo stimolati a comunicare più attentamente generosamente l'abbraccio misericordioso di Dio Padre e a dispensare con i sacramenti il dono della Grazia!
Questa
ricchezza riversata nei cuori sacerdotali induce tutti a pregare il
Cuore Sacratissimo di Gesù perché i ministri di Cristo , rivestiti
della dignità sacerdotale,possano essere sempre più segni e
strumenti dell'amore misericordioso e generoso di Dio che perdona!
É
ancora Papa Francesco che ci offre spunti di meditazione quando
sottolinea i tratti dell'amore che qualificano" più nel dare
che nel ricevere" e "più nelle opere che nelle parole".
Pregate
anche voi più intensamente per i nostri Sacerdoti, in ritiro oggi, a
Mugnano del Cardinale!
Buona giornata di santificazione sacerdotale!
Buona giornata di santificazione sacerdotale!
Parole
di cuore del vescovo Spinillo (Omelie 2013). È vero che siamo in
un tempo in cui tutto sembra determinato soltanto dalle scelte
pratiche, da ciò che può darci un risultato facile, da ciò che può
offrirci una soddisfazione immediata. Nel cuore, però, noi sentiamo
il desiderio di qualcosa di più grande, sentiamo di non voler essere
soltanto quelli che dalla vita prendono ciò che serve, ma vogliamo,
invece, essere coloro che riconoscono e danno alla vita la forma più
bella, la forma che è secondo il cuore e la volontà di Dio. Oserei
dire che in questo troviamo quella prova che siamo figli di Dio di
cui ci parlava l’apostolo Paolo nella seconda lettura: la verità
del fatto che, sia pure in mezzo a tanti difetti che abbiamo,
portiamo nel cuore il desiderio di poter vivere ciò che è più
grande, il desiderio di poter dare alla realtà in cui viviamo una
forma più bella, più buona perché capace di far crescere la vita,
capace di far crescere il bene.
La
carità, infatti, non è solo il dare qualcosa a qualcuno per
soddisfare il bisogno di un momento. La carità è molto più grande,
è il poter andare incontro alla vita di ogni essere umano con il
cuore stesso di Dio, guidati dallo spirito di Dio. La carità è un
carisma, un dono dello spirito di Dio che ci permette di essere in
rapporto con l’umanità alla maniera stessa di Dio, di compiere,
nell’incontro con ogni essere umano, la volontà di Dio.
Quando
siamo raccolti in adorazione il nostro tempo, il momento, si dilata,
diventa partecipazione di ciò che è infinito, apertura del cuore
alla pienezza grande della presenza di Dio.
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