La
Parrocchia dell’Assunta celebra ogni anno la festa di San Giovanni
Bosco realizzando la Settimana dell’educazione e la Festa
degli educatori ispirate alla spiritualità salesiana e all’opera
educativa del Santo dei giovani. La persistente tradizione
parrocchiale trova radici antiche nelle iniziative dell’Oratorio
Don Bosco, sorto a metà degli anni ‘60 del secolo scorso come
opera della pastorale giovanile del giovane don Angelo nel quartiere
frattese di Casaluce.
Quest’anno
la Settimana dell’educazione si avvale della presenza di 5
vescovi che presiedono le celebrazioni eucaristiche e partecipano ai
vari incontri previsti in parrocchia e nelle strutture educative del
territorio. Ai vescovi che tradizionalmente partecipano alla
Settimana (Angelo Spinillo, Mario Milano e Giovanni Rinaldi)
quest’anno si aggiungono significativamente Mons. Giovanni D’Ercole
vescovo di Ascoli Piceno, il quale ha sviluppato un intenso dialogo
di solidarietà con il Parroco e la Comunità parrocchiale
attivamente impegnati a sostenere le Comunità del piceno colpite dal
terremoto, e Mons. Andrea Mugione arcivescovo emerito di Benevento
che è ritornato a dimorare in Caivano suo paese natio in Diocesi di
Aversa.
Il
folto programma della Settimana, che si legge nella brochure
approntata dall’ufficio parrocchiale, si basa su alcune
fondamentali tematiche sviluppate nelle iniziative e nelle
celebrazioni dei giorni dal 30 gennaio al 5 febbraio 2017:
-
La Chiesa per l’educazione;
-
Festa degli educatori, dei ragazzi e dei giovani;
-
Incontri con la Comunità e la Famiglia;
-
Incontri con le autorità, le istituzioni, i dirigenti scolastici del
territorio e le
scolaresche
con i docenti.
Gli
aspetti organizzativi e catechetici della Settimana
dell’educazione si ispirano evidentemente alla pastorale
giovanile della Parrocchia, sua tradizionale vocazione preferenziale,
che quest’anno ritrova ampio riverbero nelle indicazioni dell’Anno
Pastorale Diocesano (“Una generazione narra all’altra...”)
dedicato alla problematica della fede giovanile e alla relazione tra
le generazioni. Si ispirano quest’anno anche alla Lettera ai
giovani scritta da Papa Francesco il 13 Gennaio 2017. E si
ispirano spiritualmente all’insegnamento e all’esempio di San
Giovanni Bosco.
Sul
portale della Diocesi di Aversa si può approfondire la tematica
dell’Anno Pastorale; sul portale del Vaticano si può leggere il
testo della Lettera ai giovani di Papa Francesco. Di seguito si
possono leggere due brani stralciati dagli scritti di Don Bosco
rinvenibili sul portale di donboscoland, riguardante il primo
la pratica delle virtù nella Comunità religiosa di Don Bosco, e
riguardante il secondo gli aspetti fondamentali del metodo sviluppato
dal Santo per l’educazione dei giovani.
Da:
Il sogno dei dieci diamanti
Ad
ammaestramento della Pia Società Salesiana
Il
10 settembre anno corrente (1881), giorno che la Santa Chiesa
consacra al glorioso nome di Maria, i Salesiani, raccolti in San
Benigno Canavese, facevano gli Esercizi Spirituali. «Nella notte dal
10 all’11, mentre dormivo, la mente si trovò in una gran sala
splendidamente ornata. Mi sembrava di passeggiare con i direttori
delle nostre case, quando apparve tra noi un uomo di aspetto così
maestoso, che non potevamo reggerne la vista. Datoci uno sguardo
senza parlare, si pose a camminare a qual che passo da noi. Egli era
così vestito: un ricco manto a guisa di mantello gli copriva la
persona. La parte più vicina al collo era come una fascia che si
rannodava davanti, e una fettuccia gli pendeva sul petto. Sulla
fascia stava scritto a caratteri luminosi: LA PIA SOCIETÀ DI SAN
FRANCESCO DI SALES NELL’ANNO 1881, e sulla striscia di essa fascia
portava scritte queste parole: QUALE DEVE ESSERE. Dieci diamanti di
grossezza e splendore straordinari erano quelli che c’impedivano di
fermare lo sguardo, se non con gran pena, su quell’augusto
Personaggio. Tre di quei diamanti erano sul petto, ed era scritto
sopra di uno FEDE, sull’altro SPERANZA e CARITÀ su quello che
stava sul cuore. Il quarto diamante era sulla spal-la destra e aveva
scritto LAVORO, sopra il quinto nella spalla sinistra si leggeva
TEMPERANZA. Gli altri cinque diamanti ornavano la parte posteriore
del manto, ed erano così disposti: uno più grosso e più
folgo-reggiante stava in mezzo come al centro di un quadrilatero, e
portava scritto OBBEDIENZA. Sul primo a de-stra si leggeva VOTO DI
POVERTA. Sul secondo, più in basso, PREMIO. Nella sinistra sul più
elevato era scritto: VOTO DI CASTITA: Lo splendore di questo mandava
una luce tutta speciale, e mirandolo traéva e attraeva lo sguardo
come la calamita attrae il ferro. Sul secondo a sinistra, più in
basso, stava scritto: DIGIUNO. Tutti questi quattro ripiegavano i
loro raggi verso il diamante del centro. Questi brillanti
tramandavano dei raggi che a guisa di fiammelle si alzavano e
portavano scritte qua e là varie sentenze. Sulla Fede si elevavano
le parole: “Imbracciate lo scudo della Fede per vincere le insidie
del demonio”. Un altro raggio aveva: “La fede senza le opere è
morta. Non chi ascolta, ma chi pratica la legge possederà il regno
di Dio”. Sui raggi della Speranza: “Sperate nel Signore, non
negli uomini. I vostri cuori siano sempre fissi dove sono le vere
gioie”. Sui raggi della Carità: “Portate gli uni i pesi degli
altri, se volete compiere la mia legge. Amate e sarete ama-ti, ma
amate le anime vostre e le anime altrui. Recitate devotamente il
Divino Ufficio; celebrate la Santa Messa con attenzione; visitate con
grande amore il Santo dei Santi”. Sulla parola Lavoro: “Rimedio
alla concupiscenza, arma potentissima contro tutte le tentazioni del
demo-nio”. Sulla Temperanza: “Il fuoco si spegne se si toglie la
legna. Fate un patto con i vostri occhi, con la gola e col sonno,
affinché questi nemici non vi rubino le vostre anime. Intemperanza e
castità non possono abitare insieme”. Sui raggi dell’Obbedienza:
“È il fondamento di tutto l’edificio e il compendio della
santità”. Sui raggi della Povertà: “Il Regno dei Cieli è dei
poveri. Le ricchezze sono spine. La povertà non si vive a parole, ma
si pratica con l’amore e con i fatti. Essa aprirà le porte del
Cielo e vi entrerà”. Sui raggi della Castità: “Tutte le virtù
vengono insieme con essa. I mondi di cuore penetrano i segreti di Dio
e vedono Dio stesso”. Sui raggi del Premio: “Se vi lusinga la
grandezza del premio, non vi spaventino le fatiche della conquista.
Chi patisce con me, godrà con me. Sono momentanei i patimenti di
questa vita; è eterna la felicità che godranno i miei amici in
Cielo”. Sui raggi del Digiuno: “È l’arma più potente contro
le insidie del demonio. E il custode di tutte le virtù. Col digiuno
si scaccia ogni genere di demoni”. Un largo nastro a color di rosa
serviva di orlo nella parte inferiore del manto, e sopra questo
nastro era scritto: “Questo sia l’argomento delle vostre
esortazioni del mattino, del mezzogiorno e della sera. Raccogliete le
briciole delle virtù e vi costruirete un grande edificio di santità.
Da:
Il sistema preventivo nell’educazione dei giovani
I.
In che cosa consista il Sistema Preventivo perché debbasi preferire.
Due
sono i sistemi in ogni tempo usati nella educazione della gioventù:
Preventivo e Repressivo. Il sistema Repressivo consiste nel far
conoscere la legge ai sudditi, poscia sorvegliare per conoscerne i
trasgressori ed infliggere, ove sia d'uopo, il meritato castigo. Su
questo sistema le parole e l'aspetto del Superiore debbono sempre
essere severe, e piuttosto minaccevoli, ed egli stesso deve evitare
ogni famigliarità coi dipendenti.
Il
Direttore per accrescere valore alla sua autorità dovrà trovarsi di
rado tra i suoi soggetti e per lo più solo quando si tratta di
punire o di minacciare. Questo sistema è facile, meno faticoso e
giova specialmente nella milizia e in generale tra le persone adulte
ed assennate, che devono da se stesse essere in grado di sapere e
ricordare ciò che è conforme alle leggi e alle altre prescrizioni.
Diverso,
e direi, opposto è il sistema Preventivo. Esso consiste nel far
conoscere le prescrizioni e i regolamenti di un Istituto e poi
sorvegliare in guisa, che gli allievi abbiano sempre sopra di loro
l'occhio vigile del Direttore o degli assistenti, che come padri
amorosi parlino, servano di guida ad ogni evento, diano consigli ed
amorevolmente correggano, che è quanto dire: mettere gli allievi
nella impossibilità di commettere mancanze.
Questo
sistema si appoggia tutto sopra la ragione, la religione, e sopra
l'amorevolezza; per-ciò esclude ogni castigo violento e cerca di
tenere lontano gli stessi leggeri castighi. Sembra che questo sia
preferibile per le seguenti ragioni:
I.
L'allievo preventivamente avvisato non resta avvilito per le mancanze
commesse, come avviene quando esse vengono deferite al Superiore. Né
mai si adira per la correzione fatta o pel castigo minacciato
oppure inflitto, perché in esso vi è sempre un avviso amichevole e
preventivo che lo ragiona, e per lo più riesce a guadagnare il
cuore, cosicché l'allievo conosce la necessità del castigo e quasi
lo desidera.
II.
La ragione più essenziale è la mobilità giovanile, che in un
momento dimentica le regole disciplinari, i castighi che quelle
minacciano. Perciò spesso un fanciullo si rende colpevole e
meritevole di una pena, cui egli non ha mai badato, che niente
affatto ricordava nell'atto del fallo commesso e che avrebbe per
certo evitato se una voce amica l'avesse ammonito.
III.
Il sistema Repressivo può impedire un disordine, ma difficilmente
farà migliori i delin-quenti; e si è osservato che i giovanotti non
dimenticano i castighi subiti, e per lo più conservano amarezza con
desiderio di scuotere il giogo ed anche di farne vendetta. Sembra
talora che non ci badino, ma chi tiene dietro ai loro andamenti
conosce che sono terribili le reminiscenze della gioventù; e che
dimenticano facilmente le punizioni dei genitori, ma assai
difficilmente quelle degli educatori. Vi sono fatti di alcuni che in
vecchiaia vendicarono bruttamente certi castighi toccati giustamente
in tempo di loro educazione. Al contrario il sistema Preventivo rende
amico l'allievo, che nell'assistente ravvisa un benefattore che lo
avvisa, vuol farlo buono, liberarlo dai dispiaceri, dai castighi, dal
disonore.
IV.
Il sistema Preventivo rende avvisato l'allievo in modo che
l'educatore potrà tuttora parla-re col linguaggio del cuore sia in
tempo della educazione, sia dopo di essa. L'educatore, guadagnato il
cuore del suo protetto, potrà esercitare sopra di lui un grande
impero, avvisarlo, consigliarlo ed anche correggerlo allora eziandio
che si troverà negli impieghi, negli uffizi civili e nel commercio.
Per queste e molte altre ragioni pare che il sistema preventivo debba
prevalere al repressivo.
II
Applicazione del sistema Preventivo.
La
pratica di questo sistema è tutta appoggiata sopra le parole di s.
Paolo che dice: Charitas
benigna est, patiens est; omnia suffert, omnia sperat, omnia
sustinet. La carità è
benigna e paziente; soffre tutto, ma spera tutto e sostiene qualunque
disturbo. Perciò soltanto il cristiano può con successo applicare
il sistema Preventivo. Ragione e Religione sono gli strumenti di cui
deve costantemente far uso l'educatore, insegnarli, egli stesso
praticarli se vuol essere ubbidito ed ottenere il suo fine.
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