venerdì 3 agosto 2018

L’Assunzione di Maria e la speranza di vedere il volto di Dio

Tiziano, Assunzione della Beata Vergine Maria

E’ la relazione tematica di una meditazione del Cardinale Jorge Mario Bergoglio, Arcivescovo di Buenos Aires, svolta nel 2003 sul Quarto Mistero della Gloria del Rosario: elevata al cielo Maria si premura di colmare la speranza dei credenti di contemplare il volto di Dio e di vedere il volto del suo Figlio.
La meditazione del Cardinale che diverrà, dieci anni dopo nel 2013, Papa Francesco, si legge nelle pagine da 223 a 227 del libro Rosario Preghiera prediletta – Omaggio a Maria di 20 Cardinali.
Il libro fu pubblicato dalla Nova Itinera a chiusura dell’Anno del Rosario voluto dal Papa San Giovanni Paolo II e fu distribuito gratuitamente in occasione del Concistoro e della Beatificazione di Madre Teresa di Calcutta. Questa estate durante un pellegrinaggio laziale ho avuto occasione di rinvenirne una copia in offerta nel Santuario della Madonna di Ceri (borgo medievale di Cerveteri).
Il libro ebbe la prefazione della Madre M. Tekla Famiglietta, Abbadessa Generale dell’Ordine del SS.mo Salvatore di Santa Brigida, fu introdotto da una sintesi della Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, e si compose con le meditazioni di 20 Cardinali, ognuno dei quali commentò un singolo Mistero del Rosario; Bergoglio commentò il Mistero dell’Assunzione di Maria.

Omaggio a Maria

Madonna di Ceri

Il legame di Papa Francesco con la preghiera mariana ci viene da lui stesso narrato con un suo ricordo dei primi anni del pontificato di San Giovanni Paolo II e prima della sua elezione episcopale. Lo leggiamo di seguito dalla fonte 30giorni.it.

Padre Jorge Mario Bergoglio s.j.
Se non ricordo male, era il 1985. Una sera andai a recitare il santo Rosario che guidava il Santo Padre. Lui stava davanti a tutti, in ginocchio. Il gruppo era numeroso; vedevo il Santo Padre di spalle e, a poco a poco, mi immersi nella preghiera. Non ero solo: pregavo in mezzo al popolo di Dio al quale appartenevamo io e tutti coloro che erano lì, guidati dal nostro Pastore.
Nel mezzo della preghiera mi distrassi, guardando alla figura del Papa: la sua pietà, la sua devozione erano una testimonianza. E il tempo sfumò, e cominciai a immaginarmi il giovane sacerdote, il seminarista, il poeta, l’operaio, il bambino di Wadowice… nella stessa posizione in cui si trovava in quel momento, pregando Ave Maria dopo Ave Maria. La sua testimonianza mi colpì. Sentii che quell’uomo, scelto per guidare la Chiesa, ripercorreva un cammino fino alla sua Madre del cielo, un cammino iniziato fin dalla sua infanzia. E mi resi conto della densità che avevano le parole della Madre di Guadalupe a san Juan Diego: «Non temere, non sono forse tua madre?». Compresi la presenza di Maria nella vita del Papa. La testimonianza non si è persa in un istante. Da quella volta recito ogni giorno i quindici misteri del Rosario.

Con la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae (16 ottobre 2002) i Misteri divennero 20 con l’integrazione dei Misteri della Luce; e la meditazione di Bergoglio sull’Assunzione di Maria riguardò il 19° Mistero. La leggiamo di seguito per l’opportunità di una riflessione ecclesiale in Parrocchia e in occasione della Festa dell’Assunta.




Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio,
ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato.
Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato,
noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui,
purifica se stesso, come egli è puro (1Gv 3, 2-3).

Il quarto mistero glorioso alza al cielo il nostro sguardo, preso dallo sguardo di Maria. Nei suoi occhi vediamo brillare questa speranza che ci purifica, di cui parla l’Apostolo San Giovanni: Noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è”.
Ella è stata purificata già dalla sua Immacolata Concezione. E possiamo dire che divenne “simile in tutto a Gesù”. Ed Egli si fece figlio di lei (e nella carne di Maria si fece simile a noi in tutto, fuorchè nel peccato).
Tuttavia in Dio sempre vi è un “più”. E adesso, elevata al cielo, Maria si premura di colmare quella speranza: vedere il volto di Dio, vedere il volto del suo Figlio tale quale è. Lo conosce da sempre. Ma nel chiaro-scuro della fede. Come Madre ha contemplato quel volto dal primo momento. Lo immaginò prima che fosse nato e ha seguito i passi delle sue trasformazioni. Ha visto il suo volto di bambino diventare quello di Gesù adolescente e, infine, quello dell’uomo adulto. Ha visto ciò che abbiamo fatto con quel volto nella Croce. Lo ha visto risorto, di nuovo sorridente. Ma c’è di più; ancora rimane il velo del mistero che “nessun occhio vide”.
E mentre recitiamo l’Ave Maria, alimentiamo la nostra speranza contemplando il desiderio di Nostra Signora.
Il cristiano è l’uomo della speranza. Speranza di che?
Speranza di vedere un volto. Ce lo dice il Salmo: “Quando verrò e vedrò il volto di Dio?”
Il volto di Gesù è un volto conosciuto in modo misterioso; del resto non conosciamo nemmeno il nostro volto personale.

Assunzione di Maria. Fonte: AgenSIR

La sua immagine è incisa nella profondità più intima del nostro essere. Il Padre ci ha creato in Lui, a immagine del suo volto. Perciò lo presentiamo familiare. E quando più familiare, più misterioso. Come ogni volto amato.
Giovanni ci dice che la speranza purifica. Di che cosa abbiamo bisogno di purificarci? Certamente di molte cose. Però quella del volto è la principale.
Non sono forse tutte le nostre maschere e chirurgie la prova del fatto che cerchiamo un volto veritiero, quel volto unico e personale, e al contempo, volto di famiglia, volto comune a tutti i volti?
Non cerchiamo il nostro vero volto negli occhi degli altri?
Non è vero che riposiamo da questa ricerca solo quando incontriamo il volto di un altro che ci ama e che vogliamo contemplare?
Guardando il volto di Maria possiamo avvicinarci al Volto di Gesù, che ci purifica e ci ricrea.
Così come, quando uno vede una madre con suo figlio, è bello passare dal guardare il bambino all’osservare come lo guarda sua madre, ci aiuta il contemplare lo sguardo di Maria.
Contemplarla guardando Gesù mentre si avvia verso il Cielo, alla sacra intimità del Dio Santo, e comprendere cos’è la speranza.
Contemplarla nell’istante in cui i suoi occhi s’incontrano con quelli di suo Figlio, e capire cos’è la carità.
Sale con lei l’anelito di tutta l’umanità. E in quest’ascensione continuiamo a purificarci nella speranza.
Nella misura in cui sale, il volto di Nostra Signora continua a divenire raggiante, e ricordiamo Mosè, nella cavità della rupe, nel Sinai, quando il Signore lo coprì teneramente con la mano perché “nessun uomo può vedermi e restare vivo”, e subito la tolse affinché potesse “vedere le mie spalle ma il mio volto non lo si può vedere” (Es 33, 20-23).
Man mano che sale, Maria prega ricordando l’antica benedizione:
Ti benedica il Signore e ti protegga
Il Signore faccia brillare il suo volto su di te
e ti propizio.
Il Signore rivolga su di te il suo volto 
e ti conceda pace” (Num 6, 24-26).
Man mano che sale, sente la brezza soave che avvolse il profeta, quando il Signore passò davanti a Lui ed Elia si coprì il volto con il mantello (I Re 19, 13).
Maria sale recitando il cantico di Davide, suo padre:
Cercate il Signore e la sua forza, ricercate sempre il suo volto.
Ricordate i prodigi che egli ha compiuto, i suoi miracoli e i giudizi di sua bocca. Stirpe di Israele suo servo, figli di Giacobbe, suoi eletti” (I Cr 16, 11-13).
Man mano che ascende, il suo volto si trasforma e anche i suoi vestiti, e noialtri la vediamo stupiti come i giudei contemplarono Giuditta, colei che con “la bellezza del suo volto” sconfisse tutti i nemici (Gd 16, 6). Come la Regina Ester, Maria sale “rosea nello splendore della sua bellezza e il suo viso era gioioso, come pervaso d’amore” (Est 5, 1b).
Con il Salmo va pregando:
Di te ha detto il mio cuore:
Cercate il suo volto”;
il tuo volto, Signore, io cerco” (Sal 27, 8).
Si compie in Maria l’anelito di tutti noi, che preghiamo con la preghiera di Giobbe quando diamo l’ultimo saluto ai nostri cari:
Dopo che questa mia pelle sarà distrutta,
senza la mia carne, vedrò Dio.
Io lo vedrò, io stesso,
e i miei occhi lo contempleranno
non da straniero” (Gb 19, 26-27).
Già si dissolve in lei il velo di cui parla Paolo e “a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore”, Maria si va trasformando “in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore” (2 Cor 3, 15-18).
Non sappiamo forse che è vero che abbiamo bisogno di vedere noi stessi nel Volto alla cui immagine siamo stati creati?

Giotto, Assunzione di Maria

La vediamo entrare, Nostra Signora, nel Cielo e venir accolta da Giovanni. Da lontano immaginiamo il Signore con le parole dell’Apocalisse:
In mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d'uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d'oro. I capelli del suo capo erano candidi, simili a lana candida come neve. I suoi occhi erano come fiamma di fuoco. I piedi avevano l'aspetto del bronzo splendente, purificato nel crogiuolo. La sua voce era simile al fragore di grandi acque. Teneva nella sua destra sette stelle e dalla bocca usciva una spada affilata, a doppio taglio, e il suo volto era come il sole quando splende in tutta la sua forza” (Ap 1, 13-16).
E nell’incontrarsi con il suo Figlio, si compie quella promessa: “vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte” (Ap 22, 4).
A Maria, assunta al Cielo in corpo e anima, preghiamo:
Orsù dunque, Signora e Avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi
e dopo questo esilio
mostraci Gesù”.
Jorge Mario Card. Bergoglio
Arcivescovo di Buenos Aires in Argentina

Papa Francesco recita il Rosario